Testamento Biologico in Lombardia:
Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), quanto ne sappiamo?
Il tema del testamento biologico in Lombardia, formalmente chiamato Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), risulta ancora poco conosciuto tra i cittadini. È quanto emerge da una recente indagine promossa da alcune realtà Socrem lombarde, interessate a comprendere lo stato di informazione e gestione dei DAT, come previsto dalla legge 219 del 2017.
Un’indagine significativa sul territorio lombardo
L’indagine si è svolta inviando un questionario a 884 Comuni distribuiti nelle province di Bergamo, Cremona, Mantova, Milano, Pavia e Varese. Ben 490 Comuni hanno risposto, coprendo così circa il 74% della popolazione totale delle aree coinvolte, rendendo l’indagine statisticamente rilevante.
I risultati: conoscenza, registri e comunicazione
I dati raccolti presentano una fotografia chiara della situazione attuale:
- La totalità dei Comuni dichiara di essere a conoscenza della legge 219/2017 sul testamento biologico.
- Quasi tutti i Comuni dispongono di un registro ufficiale per l’archiviazione dei DAT.
- Le principali fonti informative sulla normativa risultano essere circolari ministeriali. Marginale il ruolo dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), e sorprendentemente assente l’apporto del mondo medico.
- Le informazioni che i Comuni mettono a disposizione dei cittadini risultano limitate ai siti web istituzionali.
- I DAT depositati finora sono 26.667, corrispondenti a una percentuale dello 0,55% della popolazione totale. Considerando solo la popolazione sopra i 35 anni, questa percentuale sale modestamente allo 0,78%.
Analisi e riflessioni sui dati
Questi numeri mostrano chiaramente una situazione che richiede attenzione:
- L’attività informativa “proattiva” da parte dei Comuni appare decisamente insufficiente. Non basta inserire informazioni online: è necessario promuovere iniziative capaci di raggiungere concretamente la popolazione.
- Il collegamento tra Comuni e mondo medico risulta inesistente, o quanto meno inefficace, creando così un gap comunicativo che non aiuta i cittadini ad avere consapevolezza e chiarezza su questa delicata tematica.
- La modesta percentuale di testamenti biologici depositati rispecchia la scarsa diffusione della cultura della pianificazione anticipata dei trattamenti sanitari.
La necessità di un cambiamento: sinergia tra politica, sanità e istituzioni
La conclusione che emerge da questa ricerca è chiara: serve urgentemente un’iniziativa coordinata e sinergica tra istituzioni politiche, sanitarie e locali. La creazione di campagne informative, incontri pubblici e materiali divulgativi accessibili e comprensibili potrebbe aumentare significativamente la consapevolezza dei cittadini lombardi.
In sostanza, il testamento biologico rappresenta un diritto fondamentale per i cittadini che intendono scegliere in anticipo i trattamenti sanitari a cui essere sottoposti. Affinché questa opportunità diventi davvero diffusa, è fondamentale investire risorse in un’efficace comunicazione istituzionale e in un concreto collegamento con il settore medico.
Promuovere il testamento biologico significa, infatti, tutelare la libertà e la dignità individuale, valori che ogni cittadino lombardo dovrebbe essere messo in condizione di esercitare pienamente